Copertina rivista Cornigliano n.3 1957
Copertina rivista Cornigliano n.2 1959
Copertina rivista Cornigliano n.4 1959
Copertina rivista Italsider n.4 1962
Copertina rivista Italsider n.6 1963
Copertina rivista Italsider n.3-4 1964

Rivista Italsider, veicolo d’arte e cultura

Come prima cosa gli viene affidata la comunicazione rivolta al pubblico esterno all’industria attraverso una campagna istituzionale sui principali giornali nazionali e locali. L’idea è di mostrare la potenzialità dell’acciaio quale motore della modernizzazione del paese, con un linguaggio visivo d’avanguardia. Carmi utilizza la sovrapposizione di negativi fotografici per le immagini e una grafica essenziale con inserimenti geometrici. 
Per la comunicazione aziendale interna, viene creata la Rivista Cornigliano  periodico di informazione destinato ai dipendenti. Carmi, che ne è art director, si rivolge, per la redazione della rivista, a un giovane giornalista dell’Ansa, Carlo Fedeli (che dal ’56 diventa anche responsabile dell’ufficio stampa dell’industria) con il quale studiano l'impostazione della rivista.
 Nasce così tra Osti, Carmi e Fedeli – accumunati dagli stessi intenti culturali e sociali, dallo stesso entusiasmo - una collaborazione estremamente fertile che proseguirà negli anni. “Io ero molto ambizioso, (…) [bisognava dare] un’immagine all’acciaieria, un’immagine contemporanea e forte, ma anche culturalmente forte. Questo era quello che mi interessava e che interessava anche a Osti e Fedeli; (…) Ho cominciato a fare tutta la grafica dell’azienda e a chiamare per le copertine delle riviste tanti artisti che conoscevo in Italia e in Europa: sembravano copertine di una rivista d’arte, mentre era una rivista aziendale. (…) Perché l’immagine fosse sempre di un livello di primissimo piano.”
 Dal 1961 al 1965 l’esperienza industriale di Carmi continua sotto un nuovo mandato. Il 27 aprile1961 la Cornigliano si fonde con un altro gruppo siderurgico, l’Ilva, e viene fondata la società Italsider s.p.a che accorpa all’azienda ligure altre sedi italiane: le “città del ferro” di Bagnoli, Taranto, Marghera, Lovere, Savona, Novi Ligure, Piombino, Trieste, San Giovanni Valdarno, Campi, fanno capo alla gestione centrale di Gian Lupo Osti a Genova.
Eugenio Carmi e Carlo Fedeli (con il quale in seguito fonderà la Galleria del Deposito) potenziano e rinnovano la testata, che ora si chiama Rivista Italsider. Destinato non più ai soli dipendenti degli undici stabilimenti ma ad un pubblico più allargato, diventa una pubblicazione di alto profilo culturale, con i contributi di un numero crescente di artisti, intellettuali e fotografi del panorama internazionale.
 Cambia la veste grafica della rivista e uno degli elementi più rilevanti è che le copertine, prima dedicate alla fabbrica e al ferro, riproducono – o addirittura commissionano - le opere di artisti contemporanei internazionali, sia affermati che emergenti.