02 Aprile 2019
"Stripsody" di Eugenio Carmi in mostra a Roma

Il corpo della voce. Esplorare la voce tra scienza, teatro e canto - Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos

9 aprile-30 giugno 2019

Palazzo delle Esposizioni 
Via Nazionale 194, Roma

www.palazzoesposizioni.it

 

L’esposizione sarà dedicata alla voce intesa come pura potenzialità sonora. Il progetto espositivo intende ripercorrere quegli avvenimenti che, sulla scia delle avanguardie artistiche del Novecento, hanno infranto il legame indissolubile tra il significato della parola e la sua dimensione sonora, attraverso la scelta di alcune opere di tre straordinari protagonisti: la cantante mezzosoprano americana di origine armena Cathy Berberian (1925-1983), l’attore e regista Carmelo Bene (1937–2002) e il musicista cantante di origine greche Demetrio Stratos (1945-1979). L’innovativo lavoro di ricerca e sperimentazione intrapreso dai tre grandi artisti accompagnerà i visitatori in un viaggio originale e del tutto inedito alla scoperta di questa fondamentale potenzialità umana.

In mostra più di 120 opere tra foto, video, materiali di repertorio, partiture originali, corrispondenze, documenti esposti per la prima volta al pubblico oltre a exhibit interattivi, aree di ascolto e apparecchiature elettroniche utilizzate dagli artisti al fine di esplorare i limiti delle proprie possibilità vocali. La raccolta della corposa documentazione è stata possibile grazie alla consultazione di diversi archivi e all’accurato lavoro di ricerca di Francesca Rachele Oppedisano e Anna Cestelli Guidi, curatrici della mostra, che hanno reperito materiale sorprendente e mai divulgato prima.


STRIPSODY

L'opera Stripsody, composta da una serie di 14 serigrafie realizzate da Eugenio Carmi nel 1967, sarà esposta nell'ambito della mostra.

Nel 1966 Cathy Berberian - definita da Umberto Eco “la più grande cantatrice vivente di musica contemporanea” – è alla ricerca di nuove stimoli vocali per una sua composizione sperimentale. Eco le suggerisce di interpretare una serie di onomatopee fumettistiche e immediatamente pensa a Eugenio Carmi perché “parve evidente che Carmi era l’uomo che poteva visualizzare quel materiale”. L’incontro tra i due artisti è all’istante stimolo reciproco e grande amicizia. “Cathy era un’artista indescrivibile, un vulcano in eruzione e la sua figura era tutt’uno con la sua voce e i suoi gesti” e così Carmi realizza 14 tavole: “mi chiusi nel mio studio di Boccadasse e ascoltai sul giradischi decine di volte il canto di Cathy. Fu così che riuscii a partorire in un mese 14 immagini nelle quali tutte le onomatopee cantate erano diventate leggibili”.


Cathy Berberian canta l’opera al Festival di Brema con grande successo, Eugenio Carmi espone le immagini alla Galleria Arco d’Alibert di Roma da cui, edito dalla galleria, il libro Stripsody, che raccoglie le tavole di Carmi, il 45 giri dell’esecuzione di Cathy Berberian e l’introduzione di Umberto Eco, che crea per il libro anche un glossario che attribuisce un significato ad ogni onomatopea. Viene pubblicata anche un’edizione in inglese dalla Kiko Gallery di Houston che realizza  una serie di serigrafie dalle tavole di Carmi. Le serigrafie saranno la scenografia di tutte le successive interpretazioni vocali di Stripsody di Cathy.


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