INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Appunti, 1963 EUGENIO CARMI “Fin dall’inizio degli anni... Posted by Museo del Novecento on Tuesday, June 30, 2020
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View this post on Instagram . INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Fanno parte del cuore pulsante del museo. Sono il luogo dove si svolgono attività di ricerca e conservazione, dove nascono nuove mostre (ricordate, le 30 bellissime sculture di Fuori percorso?). Sono anche il punto di partenza e di arrivo di capolavori in viaggio per il mondo. Stanze dove si nascono nuovi amori (l’ultima che ci ha rubato il cuore? Adriana Bisi Fabbri)… Sono i nostri depositi. Ora aperti, qui su Instagram, al vostro sguardo. Già sfogliato il feed per scoprire l’opera del giorno? #MuseodelNovecento #Milano #YesMilano A post shared by MUSEO DEL NOVECENTO (@museodel900) on Jun 30, 2020 at 11:32pm PDT
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View this post on Instagram . INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Appunti, 1963 EUGENIO CARMI “Fin dall’inizio degli anni cinquanta, Eugenio Carmi, è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Il collage su tela Appunti (1963) viene donato dall’artista al Museo del Novecento nel 2014, a conferma del forte legame con Milano, città d’adozione in cui risiede dal 1971. Il ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera, rappresenta un momento cardine nella produzione artistica di Carmi. È, infatti, una summa del percorso svolto fino a quel momento, delle influenze e degli stimoli che ha raccolto: da quelli della sua attività grafica, a quelli del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta. Le opere e i collage sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: del paesaggio naturale, urbano e industriale, della storia e della cronaca. L’artista è un attento osservatore delle “cose”, ma anche degli uomini e della società. Si tratta di una lucida curiosità, della capacità di osservare e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni.” Danka Giacon, Conservatrice Museo del Novecento #MuseodelNovecento #Milano @comunemilano.cultura A post shared by MUSEO DEL NOVECENTO (@museodel900) on Jun 30, 2020 at 11:36pm PDT
. INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Appunti, 1963 EUGENIO CARMI “Fin dall’inizio degli anni cinquanta, Eugenio Carmi, è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Il collage su tela Appunti (1963) viene donato dall’artista al Museo del Novecento nel 2014, a conferma del forte legame con Milano, città d’adozione in cui risiede dal 1971. Il ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera, rappresenta un momento cardine nella produzione artistica di Carmi. È, infatti, una summa del percorso svolto fino a quel momento, delle influenze e degli stimoli che ha raccolto: da quelli della sua attività grafica, a quelli del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta. Le opere e i collage sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: del paesaggio naturale, urbano e industriale, della storia e della cronaca. L’artista è un attento osservatore delle “cose”, ma anche degli uomini e della società. Si tratta di una lucida curiosità, della capacità di osservare e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni.” Danka Giacon, Conservatrice Museo del Novecento #MuseodelNovecento #Milano @comunemilano.cultura
View this post on Instagram . INCONTRI [IM]POSSIBILI Capolavori dai depositi del #Museodel900 Appunti, 1963 EUGENIO CARMI “Fin dall’inizio degli anni cinquanta, Eugenio Carmi, è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano. Il collage su tela Appunti (1963) viene donato dall’artista al Museo del Novecento nel 2014, a conferma del forte legame con Milano, città d’adozione in cui risiede dal 1971. Il ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera, rappresenta un momento cardine nella produzione artistica di Carmi. È, infatti, una summa del percorso svolto fino a quel momento, delle influenze e degli stimoli che ha raccolto: da quelli della sua attività grafica, a quelli del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta. Le opere e i collage sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: del paesaggio naturale, urbano e industriale, della storia e della cronaca. L’artista è un attento osservatore delle “cose”, ma anche degli uomini e della società. Si tratta di una lucida curiosità, della capacità di osservare e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni.” Danka Giacon, Conservatrice Museo del Novecento #MuseodelNovecento #Milano @comunemilano.cultura A post shared by MUSEO DEL NOVECENTO (@museodel900) on Jun 30, 2020 at 11:40pm PDT