Cartelli antinfortunistici per l'Italsider 1965
Uno dei cartelli qualità per l'Italsider 1965
Uno dei cartelli antinfortunistici per l'Italsider 1965
Copertina fascicolo - immagine coordinata Italsider
Dorsi cartelle - immagine coordinata Italsider

Comunicazione aziendale: il linguaggio dell’astrazione, l’irruzione del colore

Eugenio Carmi è l’autore di tutta l’immagine coordinata dell’azienda, intervenendo su una serie di iniziative volute dalla direzione generale di Osti, finalizzate a migliorare l’esperienza umana e lavorativa nella fabbrica.
 Lo stile industriale che crea per lo stabilimento di Cornigliano prima e per l’Italsider poi si basa sull’uso ricorrente di elementi geometrici che, come una sorta di marchio aziendale, caratterizzano la segnaletica esterna della fabbrica, tutto il materiale ad uso degli impiegati (cartelle, raccoglitori…), i comunicati stampa, gli opuscoli informativi, le carte da regalo e persino gli schemi interni di bilancio.
 Portando il linguaggio dell’astrazione in tutti i prodotti della fabbrica e, come sottolinea l’amico e collega Carlo Fedeli, provocando l’irruzione del colore in tutti gli ambienti di lavoro, ridefinisce gli spazi e i modi del sistema industriale, credendo nella dignità del lavoro e nel valore liberatorio dell’arte quale elemento attivo nella vita sociale.
 Nel 1965 disegna otto cartelli sulla qualità che, stampati su latta negli stabilimenti, illustrano una serie di slogan con elementi geometrici essenziali, lettere dell’alfabeto e colori su fondo bianco.
 L’attenzione al mondo operaio è per Carmi motore di creatività. E’ convinto che chi lavora in fabbrica ha bisogno non solo di bellezza ma anche di un pensiero stimolante e non meccanico o scontato. E’ per questo che quando deve realizzare una serie di cartelli antinfortunistici non segue gli stereotipi  da sempre diffusi ma fa un ribaltamento: invece di rappresentare “il pericolo”, richiama l’attenzione sulla parte del corpo da proteggere, rivoluzionando i modi della comunicazione e stabilendo un rapporto più umano con chi guarda. Forme – anche in questo caso – geometriche ed essenziali realizzate nei sei colori primari, raffigurano testa, occhi, mani… ribaditi, con la tipica energia visiva di Carmi, dalla parola scritta in helvetica.